Anno | 2019 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Al cinema | 319 sale cinematografiche |
Regia di | Marco Danieli |
Attori | Michele Riondino, Laura Chiatti, Valeria Bilello, Giulio Beranek, Alex Sparrow Gabriele Granito, Simone Corbisiero, Roberto Negri, Dora Romano, Barbara Chichiarelli, Thomas Trabacchi. |
Uscita | giovedì 14 febbraio 2019 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 2,68 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Sulle note delle intramontabili canzoni scritte da Lucio Battisti e Mogol, Matteo e Francesca scoprono l'amore, si perdono, si ritrovano, si rincorrono, ognuno inseguendo il proprio sogno. Un'Avventura è 9° in classifica al Box Office. sabato 16 febbraio ha incassato € 115.336,00 e registrato 17.540 presenze.
CONSIGLIATO NÌ
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Puglia, anni '70. Matteo è innamorato di Francesca, ma lei vuole abbandonare la vita di provincia e conoscere il mondo. Quando torna al paese natio, dopo quattro anni, Matteo è ben deciso a riconquistarla e a vivere accanto a lei.
Non sarà un'avventura, forse, ma è un'operazione che di coraggio ne richiede davvero tanto. Un musical per celebrare il genio di Lucio Battisti e raccontare una storia d'amore, seguendo le note delle sue canzoni e le "Emozioni" (per citare un capolavoro assente dal canzoniere del film) che nei decenni hanno saputo suscitare.
Il repertorio di Battisti è materiale assai delicato, fragile e prezioso, che richiede una cura e un rispetto speciali.
L'operazione di Danieli si presenta da subito come ardita: da un lato un omaggio all'artista e al suo immaginario, sulla falsariga di quanto fatto con Mamma mia! per gli Abba o con Across the Universe per i Beatles, dall'altro un tentativo di rivitalizzare il filone musical, di fatto quasi abbandonato in Italia, non fosse per gli sforzi della premiata ditta Manetti Bros-Pivio & Aldo De Scalzi. Ed è proprio il duo che ha riarrangiato la tradizione napoletana in Ammore e malavita e Song e' Napule, con esiti pregevoli, a farsi carico dell'onere di rielaborare i brani di Battisti, sotto la supervisione di Mogol e con il contributo di Diodato.
Pivio e Aldo aggiungono beat elettronici, rallentano le battute, remixano senza stravolgere mai il feeling originario, per adattarsi al timbro vocale dei due interpreti principali: specialmente a quello di Michele Riondino, protagonista di un tour de force notevole nei panni di Matteo. La sua storia d'amore con Francesca - perché Lei non può che chiamarsi così da "Non è Francesca", almeno quanto l'Altra non può che chiamarsi Linda da "Balla Linda" - ha un inizio spumeggiante, in una Puglia anni Settanta invasa da hippy di tutto il mondo, e un esito più convenzionale, costellato di tradimenti e incomprensioni da manuale del dramma sentimentale italico.
È verso l'epilogo che si avverte la necessità di un progetto che ha uno scopo ben preciso e in cui la trama svolge una funzione meramente strumentale, mirata unicamente al raggiungimento di quello scopo. Perché ad esempio Matteo dovrebbe tradire, quando non c'è la minima avvisaglia di infelicità, niente che aiuti a capirne le ragioni sul piano psicologico o narrativo, se non per spingere in avanti il meccanismo?
Ma nell'anima divisa in due del film di Danieli meglio proteggere la prima metà, girata con tecnica mirabile, guardando all'inevitabile modello di La La Land, ripreso nell'uso dei colori primari e nel contrasto sofferto tra rapporto di coppia e perseguimento della propria carriera e dei propri sogni. Lo spirito di S. Valentino - data di uscita del film - è preservato, quello di un compositore indimenticabile anche, e in fondo questo conta in un'impresa irta di insidie.
L'esperimento sembrava interessante. Le bionde trecce c'erano e anche un'interpretazione della Chiatti al di sopra di molti dei suoi ultimi film. Peccato che il suo personaggio sia imbevuto di stereotipi. E la sua storia finisca presto per affogare tra canzoni bellissime (e ben interpretate) ma che qui si ritrovano a perdere tutta la loro poesia.
Le sensazioni del primo trailer sono quelle sperate: un'elegia del sentimento, colorata e trascinante. Un'avventura, come quella che Lucio Battisti porta a Sanremo insieme a Wilson Pickett, per poi conquistare i mangiadischi di mezza Italia. Un'avventura che 50 anni dopo diviene una celebrazione cinematografica, un film-evento, che esce a San Valentino per guidare coppie di innamorati sulle note di Battisti, alla maniera di quel che fecero Across the Universe con i Beatles o Mamma Mia! con gli Abba. Attorno agli "amanti" Michele Riondino e Laura Chiatti un cast musicale d'eccezione: innanzitutto Mogol, gran cerimoniere allora e consulente artistico oggi, e la coppia formata da Pivio e Aldo de Scalzi, sensazionali autori delle musiche dei Manetti Bros, che rivede i brani di Battisti con nuovi arrangiamenti.
Un'occasione per riscoprire il connubio tra musica popolare italiana e cinema, che dai musicarelli in poi ha consegnato alla nostra industria cinematografica tanto successi immediati quanto titoli che, solo grazie al passaparola, col tempo hanno conquistato la loro fetta di spettatori.
Urlatori alla sbarra (1960)
Matteo e Francesca, in quasi due ore, si amano, si lasciano, si ritrovano. Meno male che ci sono le canzoni di Mogol e Battisti a giustificare, in parte, il prezzo del biglietto. Per il resto, questo volonteroso musicarello che prova ad imbastire una trama intorno a intramontabili melodie come Acqua azzurra acqua chiara o Non è Francesca, non appassiona mai.
Le donne della vita di Matteo si chiamano (poi vedremo perché) Francesca e Linda. Lui ama Francesca fin da ragazzo? ma lei se ne va in cerca di esperienze e sta via cinque anni. Poi torna ed è tutto un prendersi e lasciarsi, tradirsi e perdonarsi. L'idea alla base di Un'avventura è chiara. Fare un musical vintage alla Mamma mia! su parte del repertorio di Lucio Battisti, scrivendo scene "addosso" alle [...] Vai alla recensione »
Non sarà un'avventura. Ma questo film è proprio un'avventura. O meglio un'operazione, che per quanto non sia pienamente riuscita, è comunque coraggiosa nel suo intento. D'altronde chi sognerebbe di fare un musical con le musiche dei celebri Lucio Battisti e Mogol? Il rischio d'impresa è davvero alto. Lo ha corso il regista Marco Danieli coadiuvato dalla sceneggiatrice Isabella Aguilar, dagli autori [...] Vai alla recensione »
Sulle note delle intramontabili canzoni scritte dal Lucio Battisti e Mogol, Matteo (Michele Riondino) e Francesca (Laura Chiatti) scoprono l'amore, si perdono, si ritrovano, si rincorrono, ognuno inseguendo il proprio sogno: lei vuole essere una donna libera, lui vuole diventare un musicista. Francesca gira il mondo per cinque anni, mentre Matteo rimane a scrivere canzoni d'amore.
L'avventura di Matteo (Michele Riondino) e Francesca (Laura Chiatti) inizia nello stesso luogo - un piccolo paese della Puglia, agli albori degli anni '70 - ma poi prende strade diverse. Mentre lei vuole vedere il mondo e sentirsi una donna libera, lui rimane fermo nella sua dimensione conosciuta, mentre sogna di diventare cantautore e aspetta il ritorno del suo primo amore.
Puglia, primi anni '70. Dice Matteo, apprendista meccanico che sa strimpellare la chitarra e comporre canzonicine, a Francesca, la ragazza di cui è perdutamente innamorato: "Cosa c'è che non va bene?". Lei, irrequieta e curiosa della vita, risponde: "Tutto, tranne te. Appena arrivata a Londra ti scrivo". Dopo cinque anni, si ritrovano a una festa hippie.